Mario Dondero ha spesso viaggiato in Africa. Tra il 1969 e il 1970, nel 1978, nel 1979, per lunghi reportages attraverso molti paesi. E anche in brevi soggiorni per seguire conferenze di pace, summit politici, eventi locali. Di questi viaggi è rimasta la memoria di alcune mostre e cataloghi ormai difficili da reperire: A sud del Sahara. Fotoreporters italiani nell’Africa nera 1969-1979, Mostra Palazzo Isimbardi, organizzata dal comune di Milano, maggio 1980, Nell’Africa che cambia. Fotoreportages da Somalia, Tanzania, Mozambico, Zimbawe, Sud Africa, Edizioni Dedalo 1982, Obiettivo sull’Africa, Istituto Italo-africano, 1976
(Fotografie di Paola Agosti, Augusta Conchiglia, Mario Dondero, Uliano Lucas, Eric Salerno).
Ma la traccia più forte è rimasta nel suo archivio, dove, grazie al lavoro della Fototeca Provinciale di Fermo, sono state trovate decine e decine di pellicole, centinaia, migliaia di scatti, quasi tutti inediti.
Quella che qui si propone è una piccolissima selezione. Scegliere non è stato facile, anzi spesso difficilissimo. Davanti alla quantità, alla forza delle fotografie a disposizione (prenderne una per scartarne centinaia), la scelta si è concentrata sulla vita quotidiana nei paesi, nelle città, nelle campagne. Quella “vita che scorre per tutti” che è stato il grande tema della fotografia di Mario Dondero: i mercati, le famiglie, i bambini, il lavoro, la festa. Quella “vita che scorre per tutti” che diventa impossibile nella guerra, nelle carestie, nei disastri ecologici, nelle dittature sanguinose che hanno segnato la storia africana e che tuttora la segnano. E che obbliga a partire, a migrare, a lasciare la casa. Queste fotografie ritraggono la vita delle persone nei loro luoghi, all’interno delle loro culture. La vita possibile quando c’è la pace.
Il titolo di questa mostra, Dalla culla dell’umanità, allude alla comune origine della nostra specie, quella umana. Milioni di anni fa, nell’attuale Sudafrica, hanno vissuto i nostri progenitori più antichi di cui si sia trovata traccia. Da allora la specie umana ha continuato a migrare, incontrando ostacoli, pericolo, morte, esclusione, ma anche nuove opportunità, nuovi orizzonti. Foggiando forme di esistenza sempre più complesse, diffondendosi nel vasto mondo. Portando bellezza e orrore, pace e guerra, civiltà e ferocia. Non è stata solo la paura che ha consentito il percorso dell’uomo sulla terra, ma anche il coraggio, la solidarietà, il lavoro, la responsabilità verso i propri simili. Lo sforzo e la speranza verso una vita migliore. Da milioni di anni.
Valerio Calzolaio mostra SPRAR Fermo